Le prime notizie documentate su Loranzè risalgono al 1041, quando il paese è menzionato come parte della dote del Monastero di
S. Stefano d'Ivrea. Nel corso dei secoli, Loranzè è stato un feudo della Chiesa eporediese, governato da diverse famiglie nobili,
tra cui i Griva e i Conti di San Martino. Nel XIII secolo, il paese è sottoposto a varie giurisdizioni, inclusi i monasteri di S.
Stefano e di Sant'Orso, e le lotte civili del XIV secolo causano gravi danni al territorio.
Nel 1385, dopo l'intervento dei Savoia, si stabiliscono nuove modalità di pagamento dei tributi, ma nel XV secolo esplode la rivolta
dei "Tuchini", che colpisce anche Loranzè, danneggiando il suo castello, che sarà successivamente ricostruito. Nel XVI secolo,
la famiglia di Carlo di Loranzè inizia a costruire una nuova ala del castello.
Il XVII secolo è segnato da difficoltà, tra guerre, calamità naturali e la presenza di truppe straniere. Nel XVIII secolo,
la proprietà del castello si fraziona e passa a diverse famiglie nobili. A partire dal '700, la popolazione inizia a spostarsi verso
le terre pianeggianti, grazie alla bonifica dei terreni e all'espansione dell'agricoltura. Nel XIX secolo, la zona pianeggiante
diventa sempre più abitata.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'area subisce una rapida industrializzazione, favorita dalle buone comunicazioni, accelerando lo
sviluppo della zona.
Di seguito una bella immagine del Castello Rosso di Loranzè.
Situato in regione " pian dl'Aral" alla sommita di uno sperone di roccia che domina la pianura sottostante. Il masso coppellato ha una dimensione di circa quattro metri quadri di superficie (2*2.10 m di base, 1,45 m di altezza). Sul masso si osservano una serie di incavi incisi dall'uomo presumibilmente tra il Neozoico e l'Età del ferro. Intorno ad una coppella centrale notevolmente più ampia delle altre, sono presenti una novantina di coppelle di varie dimensioni, talune collegate da canaletti, alcune circolari, altre ovoidali.
Diverse sono le ipotesi adottate dagli studiosi per spiegare queste manifestazioni di arte rupestre, ritrovate peraltro in tutti e cinque i continenti . La spiegazione più probabile e che si tratti di una sorta di "masso altare". Questo culto litico potrebbe essere collegato a qualche rito propiziatorio di fertilità , al bisogno umano di trasferire la potenza e longevità della roccia a beneficio della perpetuazione della specie. La spessa denominazione "al Roc dij mascun ", sembra indicare questo tipo di funzione. Le coppelle rappresenterebbero quindi una testimonianza di un antico culto o di un'antica cultura, sopravvissute alla distruzione che avvenne in età cristiana, quando gli idoli più evidenti venivano abbattuti senza possibilità di scampo. Altre teorie ipotizzano che le incisioni a forma emisferica, le famigerate "coppelle", servissero a depositare il sale per la cattura degli animali, oppure come formelle in cui depositare i metalli fusi. (liberatamene tratto da Fassin,Gallo,Ventosi, Tracce dell'uomo antico tra i massi coppellati del Canavese, Sopra e sottoterra, Editore Bolognino, 2001 ).
La Chiesa di San Firmino è stata edificata dalla popolazione nel 1894 e affrescata dal pittore G. Ponchia nel 1909.
La Chiesa di San Lorenzo risale al XII secolo, intorno al 1745 venne poi abbattutta e sucessivamente ricostruita nell'attuale forma nel 1770. Decorata dal pittore G. Ponchia presenta un grande affresco centrale raffigurante S. Lorenzo. La tela posta sull'altare maggiore rappresenta L' Assunzione di Maria Vergine, affiancata da San Lorenzo a sinistra (rappresentato con il tradizionale attributo della graticola) e da San Redento a destra.
La Cappella di S. Maria di Scarola, citata in un documento del 1255, è situata su uno sperone roccioso e domina la parte di Loranzè Piano. La facciata sud del campanile presenta una meridiana del 1732. Di seguito alcune immagini che la ritraggono sia all'interno che all'esterno.
La Cappella di S. Rocco è stata edificata nel 1631 grazie alle elemosine di persone devote. Sulla facciata presenta un affresco di S. Rocco, opera del pittore loranzese L. Bena.
La cappella 'd Rocc, ora cappella degli Alpini, è situata in mezzo ai vigneti, nel punto di confluenza della strada comunale che da Parella sale a Loranzè e la vecchia strada che conduceva a Colleretto Giacosa. Era una cappella privata e la sua denominazione originaria derivava dal fatto che essa faceva parte del fondo appartenente alla cascina " 'd Rocc". Non si è sicuri della sua data di fondazione, ma nella relazione della visita pastorale del 1652 si afferma che esisteva una lapide, murata sul frontespizio della cappella, con incisa la data del 4 agosto 1632, probabile data di edificazione. Nella stessa relazione si afferma che la cappella misurava sei piedi per cinque ed il pavimento era in terra battuta, ma il suo stato di conservazione era già precario: la porta d'entrata non chiudeva del tutto, alcune piante di vite, appoggiate ai muri, risalivano fino al tetto e ne deturpavano la facciata. La cappella non aveva redditi e la messa veniva officiata sporadicamente per le offerte dei fedeli. L'incuria la portò rapidamente in rovina e nel 1699 fu interdetta al culto per motivi di sicurezza. Nel '700 vennero raccolti fondi e venne riedificata e continuò ad essere di proprietà della cascina 'd Rocc. In tempi recenti è stata restaurata dai soci della sezione alpini "Malvezzi" di Parella ed è così diventata la "cappella degli Alpini".